2018/ Feb Messaggio per la Quaresima di Papa Francesco

Nel messaggio per la Quaresima Papa Francesco chiede ai cristiani di guardare se il loro cuore è minacciato dalle menzogne che rendono schiavi del piacere, del denaro, della droga, delle relazioni “usa e getta” e della realtà virtuale dei social.
Per guarire dal gelo dell’amore soffocato …
… invito soprattutto i membri della Chiesa a intraprendere con zelo il cammino della Quaresima, sorretti dall’elemosina, dal digiuno e dalla preghiera. Se a volte la carità sembra spegnersi in tanti cuori, essa non lo è nel cuore di Dio! Egli ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare. […]
Poi aggiunge:
Vorrei che la mia voce giungesse al di là dei confini della Chiesa Cattolica, per raggiungere tutti voi, uomini e donne dí buona volontà, aperti all’ascolto di Dio. Se come noi […] vi preoccupa il gelo che paralizza i cuori e le azioni, se vedete venire meno il senso di comune umanìtà, unitevi a noi per invocare insieme Dio, per digiunare insieme e insieme a noi donare quanto potete per aiutare i fratelli!

2018/ Gen Viaggio di Papa Francesco in Cile e Perù

Papa Francesco nell’ultima Messa in terra cilena, a lquique, nel nord del Paese ai piedi delle Ande, ha detto: “Questa è terra di sogni, ma facciamo in modo che continui a essere anche terra di ospitalità”, perché “non c’è gioia cristiana quando si chiudono le porte…”.
Dopo il Cile, il Santo Padre ha visitato il Perù. A Puerto Maldona-do (dove ha incontrato gli aborigeni) ha fatto un’appassionata difesa della natura, della vita e della famiglia dei popoli originari … Lì si è svolta anche la prima riunione del Sinodo sull’Amazzonia. Alla partenza ha salutato così il Perù: «Avete lasciato un’impronta indelebile nel mio cuore»

2017/ Dic.- Papa Francesco nella Solennità dell’Immacolata

Roma, 8 Dicembre. Durante il tradizionale atto di venerazione alla statua dell’Immacolata in piazza di Spagna così il Papa ha pregato: “Madre Immacolata, … vengo ai tuoi piedi come Vescovo di Roma, a renderti omaggio a nome di tutti gli abitanti di questa città”.
“Vogliamo ringraziarti per la costante premura con cui accompagni il nostro cammino, il cammino delle famiglie, delle parrocchie, delle comunità religiose” … “il cammino di quanti ogni giorno, a volte con fatica, attraversano Roma per andare al lavoro; dei malati, degli anziani, dí tutti i poveri, di tante persone immigrate qui da terre di guerra e di fame. Grazie perché, appena rivolgiamo a te il pensiero o uno sguardo o un’Ave Maria fugace, sempre sentiamo la tua presenza materna, tenera e forte”. “O Madre, aiuta questa città a sviluppare gli ‘anticorpi contro alcuni virus dei nostri tempi” che corrompono la nostra società: “l’indifferenza, che dice: ‘Non mi riguarda la maleducazione civica che disprezza il bene comune; la paura del diverso e dello straniero; il conformismo travestito da trasgressione; l’ipocrisia di accusare gli altri, mentre si fanno le stesse cose; la rassegnazione al degrado ambientale ed etico; lo sfruttamento di tanti uomini e donne”. “Aiutaci a respingere questi e altri virus con gli anticorpi che vengono del Vangelo”. Francesco conclude con un invito: “Fa’ che prendiamo la buona abitudine di leggere ogni giorno un passo del Vangelo e, sul tuo esempio, di custodire nel cuore la Parola, perché, come un buon seme, porti frutto nella nostra vita”.

2017/ Dic Il Papa in Myanmar e in Bangladesh

Si è conclusa con una festa di giovani la visita del Papa in Myanmar. Francesco ha indicato ai ragazzi birmani la via del futuro: “… è bello e incoraggiante vedervi, perché ci recate un lieto annuncio di bene, il lieto annuncio della vostra gioventù, della vostra fede e del vostro entusiasmo. Vorrei che la gente sapesse che voi, giovani del Myanmar non avete paura di credere nel buon annuncio della misericordia di Dio, perché esso ha un nome e un volto: Gesù Cristo”.
Francesco si è presentato poi come «apostolo di pace» in Bangladesh, paese che vive la crisi dei Rohingya, la minoranza in fuga dal Myanmar, che affolla i campi profughi in aree già problematiche del Paese. Nell’incontro con un gruppo di appartenenti all’etnia il Santo Padre ha detto: “Vi chiedo perdono per l’indifferenza del mondo … vi sono vicino, la situazione è molto dura”. Per la Chiesa la visita di papa Francesco si pone nel segno della continuità dopo la tappa di Giovanni Paolo II (1986) e la breve sosta di Paolo VI all’aeroporto di Dacca (1970).