2024/ 11 Feb Formazione per i lettori

Incontri di formazione per i lettori della Parola
Le prime comunità cristiane sono sempre state arricchite di doni dello Spirito, resi manifesti attraverso alcuni “ruoli” a servizio della missione: apostoli, profeti, evangelisti, pastori, maestri ecc. (Ef 4,11; 1Cor 12,28) Il Concilio Vaticano II ha favorito la formazione dei fedeli battezzati per un’attiva partecipazione alla vita e all’azione della Chiesa. Nel solco della crescita articolata di una ministerialità diffusa, va compresa l’istituzione da parte di papa Francesco, per tutti i battezzati, uomini e donne, dei ministeri di Lettore, Accolito e Catechista e il variegato sviluppo dei ministeri di fatto nelle nostre comunità.
Dal Quaderno Ottavo per l’Assemblea Sinodale n. 114
Carissimi, l’invito dell’Assemblea Sinodale è quello di valorizzare le ministerialità presenti nella nostra diocesi, e soprattutto di offrire un percorso di formazione permanente a coloro che offrono la loro disponibilità a servizio della liturgia (Q VIII, n. 14)
Pertanto, si propongono due incontri di formazione per i lettori della Parola di Dio. Avranno luogo presso l’Auditorium del Centro Pastorale Seminario:
giovedì 15 febbraio:
don Stefano Vuaran, biblista e pro-direttore dello Studio Teologico Diocesano, La Parola di Dio nella Liturgia per l’anno B, il Vangelo di Marco;
giovedì 22 febbraio:
don Mirco Miotto, direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano di Vittorio Veneto, Il ministero di lettore della Parola di Dio, uno sguardo liturgico-pastorale.
Gli incontri saranno così scanditi:
ore 20:15 Accoglienza.
ore 20:30 Preghiera.
ore 20:50 Relazione.
ore 21:50 Confronto.
ore 22:15 Conclusione.
Si chiede l’iscrizione entro il 12 febbraio 2024 inviando una mail a liturgico@diocesiconcordiapordenone.it.
Vi auguro ogni bene nel Signore.
don Corrado Della Rosa
Responsabile Servizio Liturgico Diocesano

2024/ 11 Feb – Il passaggio del testimone, cambia nome

Da domenica 11 a martedì 13 febbraio don Matteo assente.
Il passaggio del testimone cambia nome!
Da domenica 11 a martedì 13 febbraio i ragazzi animatori 2005 e 2006 vivranno il tradizionale campo a Tramonti di sotto che … ha cambiato nome: non è più “passaggio del testimone” ma “CATEG”, una sigla che sta per “campo dell’arrivederci e del testimone del Grest”.

Questo cambio di nome è voluto per sottolineare i due momenti belli ed emozionanti di questi tre giorni: l’arrivederci all’annata di quinta che termina la propria esperienza come animatori e il gesto che compiranno verso i 2006 che erediteranno il testimone del Grest, ovverosia il compito di organizzare e preparare le attività estive di quest’anno.

Un grazie a tutti coloro che daranno una mano e un pensiero
affettuoso a questi nostri ragazzi.

2024/ 28 Gen Panchina Rossa

“Mai più” queste sono le due parole che aleggiavano domenica mattina nel cielo azzurro sopra l’Oratorio Pio X della Parrocchia di Sant’Andrea di Portogruaro.
“Mai più” violenza sulle donne, mai più offese e discriminazione nei confronti delle donne.
Ed è per sottolineare quel “Mai più” che gli animatori e i giovani dell’oratorio hanno voluto inaugurare una “Panchina Rossa” in ricordo di Giulia Cecchettin e di tutte le donne violentate, offese, percosse e discriminate.
Si è trattato di una iniziativa, molto toccante, arrivata al termine di un percorso che ha visto i giovani incontrare ed ascoltare la testimonianza della signora Maria Teresa D’Abdon, madre di Monica Ravizza uccisa e bruciata dall’ex compagno Diego Armando Mancuso nel 2003 a Milano.
La cerimonia, alla quale hanno partecipato anche il Parroco di Sant’Andrea monsignor Giuseppe Grillo ed il vicario don Matteo Borghetto, si è aperta con un lungo corteo di giovani oratoriani che hanno voluto collocare un fiore in un vaso vicino alla panchina.
Quindi, dopo l’intervento dei due religiosi, è stata data lettura di tre poesie.
Data l’importanza dell’evento un messaggio di saluto è giunto anche dal dottor Iginio Olita Commissario straordinariato al Comune di Portogruaro.
Maurizio Conti
fonte: Portogruaro.net

2024/ 4 Feb – Giornata per la VITA

Dal Messaggio che il Consiglio Episcopale Permanente della CEI ha
preparato per la 46a Giornata Nazionale per la Vita

  1. Molte, troppe “vite negate”
  2. La forza sorprendente della vita
  3. Le ragioni della vita
  4. Accogliere insieme ogni vita
  5. Stare da credenti dalla parte della vita

Pubblichiamo il Messaggio che il Consiglio Episcopale Permanente della CEI ha preparato per la 46ª Giornata Nazionale per la Vita, che si celebrerà il 4 febbraio 2024 sul tema «La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36)».

1. Molte, troppe “vite negate”
Sono numerose le circostanze in cui si è incapaci di riconoscere il valore della vita tanto che, per tutta una serie di ragioni, si decide di metterle fine o si tollera che venga messa a repentaglio.
La vita del nemico – soldato, civile, donna, bambino, anziano… – è un ostacolo ai propri obiettivi e può, anzi deve, essere stroncata con la forza delle armi o comunque annichilita con la violenza. La vita del migrante vale poco, per cui si tollera che si perda nei mari o nei deserti o che venga violentata e sfruttata in ogni possibile forma. La vita dei lavoratori è spesso considerata una merce, da “comprare” con paghe insufficienti, contratti precari o in nero, e mettere a rischio in situazioni di patente insicurezza. La vita delle donne viene ancora considerata proprietà dei maschi – persino dei padri, dei fidanzati e dei mariti – per cui può essere umiliata con la violenza o soffocata nel delitto. La vita dei malati e disabili gravi viene giudicata indegna di essere vissuta, lesinando i supporti medici e arrivando a presentare come gesto umanitario il suicidio assistito o la morte procurata. La vita dei bambini, nati e non nati, viene sempre più concepita come funzionale ai desideri degli adulti e sottoposta a pratiche come la tratta, la pedopornografia, l’utero in affitto o l’espianto di organi. In tale contesto l’aborto, indebitamente presentato come diritto, viene sempre più banalizzato, anche mediante il ricorso a farmaci abortivi o “del giorno dopo” facilmente reperibili.
Tante sono dunque le “vite negate”, cui la nostra società preclude di fatto la possibilità di esistere o la pari dignità con quelle delle altre persone.

2. La forza sorprendente della vita
Eppure, se si è capaci di superare visioni ideologiche, appare evidente che ciascuna vita, anche quella più segnata da limiti, ha un immenso valore ed è capace di donare qualcosa agli altri. Le tante storie di persone giudicate insignificanti o inferiori che hanno invece saputo diventare punti di riferimento o addirittura raggiungere un sorprendente successo stanno a dimostrare che nessuna vita va mai discriminata, violentata o eliminata in ragione di qualsivoglia considerazione.
Quante volte il capezzale di malati gravi diviene sorgente di consolazione per chi sta bene nel corpo, ma è disperato interiormente. Quanti poveri, semplici, piccoli, immigrati… sanno mettere il poco che hanno a servizio di chi ha più problemi di loro. Quanti disabili portano gioia nelle famiglie e nelle comunità, dove non “basta la salute” per essere felici. Quante volte colui che si riteneva nemico mortale compie gesti di fratellanza e perdono. Quanto spesso il bambino non voluto fa della propria vita una benedizione per sé e per gli altri.
La vita, ogni vita, se la guardiamo con occhi limpidi e sinceri, si rivela un dono prezioso e possiede una stupefacente capacità di resilienza per fronteggiare limiti e problemi.

3. Le ragioni della vita
Al di là delle numerose esperienze che fanno dubitare delle frettolose e interessate negazioni, la vita ha solide ragioni che ne attestano sempre e comunque la dignità e il valore.
La scienza ha mostrato in passato l’inconsistenza di innumerevoli valutazioni discriminatorie, smascherandone la natura ideologica e le motivazioni egoistiche: chi, ad esempio, tentava di fondare scientificamente le discriminazioni razziali è rimasto senza alcuna valida ragione. Ma anche chi tenta di definire un tempo in cui la vita nel grembo materno inizi ad essere umana si trova sempre più privo di argomentazioni, dinanzi alle aumentate conoscenze sulla vita intrauterina, come ha mostrato la recente pubblicazione Il miracolo della vita, autorevolmente presentata dal Santo Padre.
Quando, poi, si stabilisce che qualcuno o qualcosa possieda la facoltà di decidere se e quando una vita abbia il diritto di esistere, arrogandosi per di più la potestà di porle fine o di considerarla una merce, risulta in seguito assai difficile individuare limiti certi, condivisi e invalicabili. Questi risultano alla fine arbitrari e meramente formali. D’altra parte, cos’è che rende una vita degna e un’altra no? Quali sono i criteri certi per misurare la felicità e la realizzazione di una persona? Il rischio che prevalgano considerazioni di carattere utilitaristico o funzionalistico metterebbe in guardia la retta ragione dall’assumere decisioni dirimenti in questi ambiti, come purtroppo è accaduto e accade. Da questo punto di vista, destano grande preoccupazione gli sviluppi legislativi locali e nazionali sul tema dell’eutanasia.
Così gli sbagli del passato si ripetono e nuovi continuamente vengono ad aggiungersi, favoriti dalle crescenti possibilità che la tecnologia oggi offre di manipolare e dominare l’essere umano, e dal progressivo sbiadirsi della consapevolezza sulla intangibilità della vita. Deprechiamo giustamente le negazioni della vita perpetrate nel passato, spesso legittimate in nome di visioni ideologiche o persino religiose per noi inaccettabili. Siamo sicuri che domani non si guarderà con orrore a quelle di cui siamo oggi indifferenti testimoni o cinici operatori? In tal caso non basterà invocare la liceità o la “necessità” di certe pratiche per venire assolti dal tribunale della storia.

4. Accogliere insieme ogni vita
Nella Giornata per la vita salga dunque, da parte di tutte le donne e gli uomini, un forte appello all’impossibilità morale e razionale di negare il valore della vita, ogni vita. Non ne siamo padroni né possiamo mai diventarlo; non è ragionevole e non è giusto, in nessuna occasione e con nessuna motivazione.
Il rispetto della vita non va ridotto a una questione confessionale, poiché una civiltà autenticamente umana esige che si guardi ad ogni vita con rispetto e la si accolga con l’impegno a farla fiorire in tutte le sue potenzialità, intervenendo con opportuni sostegni per rimuovere ostacoli economici o sociali. Papa Francesco ricorda che «il grado di progresso di una civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili» (Discorso all’associazione Scienza & Vita, 30 maggio 2015). La drammatica crisi demografica attuale dovrebbe costituire uno sprone a tutelare la vita nascente.

5. Stare da credenti dalla parte della vita
Per i credenti, che guardano il mistero della vita riconoscendo in essa un dono del Creatore, la sua difesa e la sua promozione, in ogni circostanza, sono un inderogabile impegno di fede e di amore. Da questo punto di vista, la Giornata assume una valenza ecumenica e interreligiosa, richiamando i fedeli di ogni credo a onorare e servire Dio attraverso la custodia e la valorizzazione delle tante vite fragili che ci sono consegnate, testimoniando al mondo che ognuna di esse è un dono, degno di essere accolto e capace di offrire a propria volta grandi ricchezze di umanità e spiritualità a un mondo che ne ha sempre maggiore bisogno.

Roma, 26 settembre 2023

Il Consiglio Episcopale Permanente
della Conferenza Episcopale Italiana

09 Novembre 2023