2017/ Nov POVERI ANCHE NOI

L’odierna domenica per volontà del Papa è stata proclamata la Giornata mondiale dei Poveri. Imitando le virtù del Povero d’Assisi, il Papa ci chiede di prestare un po’ di attenzione alla questione della povertà che ancora colpisce l’umanità del nostro tempo. Nel suo messaggio, ricordando le parole di San Giovanni, ci esorta ad amare i poveri non solo a parole ma spostato con i fatti concreti, compiuti con la generosità e l’impegno: “Quante pagine di storia, in questi duemila anni, sono state scritte da cristiani che, in tutta semplicità e umiltà, e con la generosa fantasia della carità, hanno servito i loro fratelli più poveri!”.
Tuttavia la nostra più grande fatica sta nel fatto che anche noi pur vivendo un certo benessere, (infatti non subiamo la fame, non siamo ignudi, riusciamo a provvedere per il nostro pezzo di pane quotidiano) siamo a volte veramente poveri. Le nostre povertà toccano la profondità del nostro cuore e della mente e si manifestano attraverso la superficialità, la fatica di costruire le relazioni belle e significative. Le povertà della moderna società sono presenti nei bambini già vittime di bullismo, nei ragazzi che passano le loro giornate senza speranza che valga la pena studiare, impegnarsi per maturate sempre. Le nostre povertà nelle famiglie dove non si sentono più le parole: “Ti amo”, “Sei importante per me” oppure “Ho bisogno di Te”. La povertà tocca anche gli anziani che, pur avendola subita fisicamente dopo la Guerra, ora sono messi sul margine della vita famigliare e cercano la felicità nei giochi d’azzardo, nelle trappole di internet dove ingannati dalle false promesse perdono a volte i risparmi della loro vita. La nostra comune povertà si manifesta anche nel disagio che proviamo davanti alla disabilità, alla malattia e in fine al lutto e alla morte stessa.
Tra tutte le beatitudini Gesù ce ne ha lasciata una che dovrebbe diventare importante per tutti noi: “Beati i poveri in spirito perché di essi è il Regno dei cieli”. Essere poveri in spirito significa seguire la via di Gesù che per noi si è reso povero per arricchirci attraverso la sua povertà. Ancora una volta vorrei ricordare le parole del Santo Padre: “Povertà secondo il Vangelo significa un cuore umile che sa accogliere la propria condizione di creatura limitata e peccatrice per superare la tentazione di onnipotenza, che illude di essere immortali. La povertà è un atteggiamento del cuore che impedisce di pensare al denaro, alla carriera, al lusso come obiettivo di vita e condizione per la felicità. E’ la povertà, piuttosto, che crea le condizioni per assumere liberamente le responsabilità personali e sociali, nonostante i propri limiti, confidando nella vicinanza di Dio e sostenuti dalla sua grazia. La povertà, così intesa, è il metro che permette di valutare l’uso corretto dei beni materiali, e anche di vivere in modo non egoistico e possessivo i legami e gli affetti”.
A noi il compito di vincere la nostra povertà mondana con la ricchezza della nostra fede sull’esempio di Gesù attraverso l’amore fraterno, concreto e generoso.

Don Tommaso